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INVESTIRE NELL'INDUSTRIA 4.0 E NELLA GREEN ECONOMY CONVIENE: PAROLA DI WALTER MOLADORI



Nel settore dell’industria 4.0 e della robotica applicata all’industria e della cosiddetta Green economy  la sfida principale è fra Stati Uniti e Cina, specialmente nella sperimentazione delle applicazioni di utilizzo delle nuove tecnologie ai processi, sia industriali sia amministrativi. 


La Cina investe nel solare e nell’eolico in Europa - spiega Walter Moladori, Financial Advisor -  seguendo il mercato e concentrandosi soprattutto in Germania. Oggi, la Cina è leader mondiale nel mercato delle energie rinnovabili, grazie alla più alta produzione di energia pulita e i maggiori investimenti del settore. Secondo i recenti dati dell’Agenzia nazionale per l’Energia cinese, entro il 2020 la Cina prevede di investire più di 360 miliardi di dollari nelle fonti di energia rinnovabile, tra cui solare ed eolico.

Walter Moladori, Financial Advisor
Walter Moladori, Financial Advisor 
Anche in Italia l’Industria 4.0 è al centro degli interessi e degli investimenti delle aziende, e per soddisfare le esigenze di un pubblico di tecnici e imprenditori che hanno bisogno di conoscere e approfondire le strade possibili per rendere il proprio ciclo produttivo adeguato alle realtà competitive, dentro A&T, la principale fiera del settore italiana, è stata realizzata una simulazione di Azienda 4.0. 

In questo contesto - continua Moladori -  l’Europa è diventata una delle principali destinazioni per i flussi degli investimenti cinesi nel settore dell'innovazione 4.0 
dell’energia pulita. Una ricerca della Toulouse Business School mostra l’evoluzione degli ultimi anni del commercio e degli investimenti nei settori dell’energia eolica e solare tra l’UE e la Cina.  

Gli statunitensi, fedeli alla politica liberale danno da sempre ampio spazio alla ricerca privata, anche mediante commesse pubbliche affidate ad aziende, mentre un ruolo assai minore ricopre l’intervento pubblico. La Cina affronta l’argomento in modo totalmente diverso, con un approccio centralizzato e forti interventi e investimenti pubblici. 

In Europa la strada percorsa è diversa, puntando a una cooperazione fra Stati, grazie anche a interventi mirati dei singoli governi, con accesso anche ai dati pubblici e il supporto al settore con investimenti, nel contempo incentivando il confronto sulle regole di salvaguardia per un’intelligenza artificiale “umanocentrica”. Non va dimenticato che l’Europa aveva già indicato come temi di attenzione quelli relativi ai risvolti etici e sociali, sottolineando che lo sviluppo della robotica e dell’intelligenza artificiale dovrebbe mirare ad integrare le capacità umane e non a sostituirle.

In ogni caso la strada per il futuro dell’industria italiana sarà  sempre più tecnologica ed ecologica. Anche secondo il rapporto “GreenItaly” della Fondazione Symbola gli occupati nei green jobs in Italia sono quasi 3 milioni, pari al 13,1% dell’occupazione complessiva nazionale, grazie al fatto che le imprese green investono maggiormente in ricerca, e il 60% degli investimenti fatti dall’imprenditoria italiana in tema di innovazione è orientato verso la sostenibilità. Per maggiori dettagli sulle potenzialità di investimento in questi mercati potete rivolgermi vostri quesiti su waltermoladori.allianzbankfa.it


L’Unione Europea sottolinea e ribadisce l’importanza dei dati pubblici. Rendere disponibili tali dati ai soggetti privati che implementano soluzioni di intelligenza artificiale andrebbe a tutto vantaggio dei sistemi di machine learning, che devono processare ingenti quantitativi di informazioni per essere istruiti al meglio. Per contro, rendere accessibili pubblicamente tali dati, senza opportune misure e cautele, potrebbe avere delle conseguenze negative sulle persone. Si pensi ai dati sanitari, che potrebbero essere utilizzati per sviluppare sistemi di intelligenza artificiale in campo medico per la prevenzione delle malattie (già oggi realizzati), ma al contempo utilizzati per altre finalità, ad esempio per negare l’accesso a posti di lavoro o per negare coperture assicurative.

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